La Torre Normanna

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Da mille anni è il monumento simbolo di Rutigliano. Si tratta della torre maestra del castello che i Normanni ristrutturarono e ampliarono agli inizi del XII secolo alla sommità di un colle ad una altitudine di circa 130 metri, nota a tutti come “Torre Normanna”.

Assieme all’alto campanile della vicina Collegiata di Santa Maria della Colonna e San Nicola, forma l’inconfondibile skyline della città, visibile anche a diversi chilometri di distanza.

L’edificazione del castello segnò l’inizio dello sviluppo urbanistico dell’attuale Rutigliano. All’interno della cinta muraria fortificata si raccolsero gli abitanti provenienti dai centri vicini di Azetium, Tomegna, Bigetti, Casilio, sorti a ridosso delle lame San Giorgio e Giotta. Dell’antico maniero, dopo le radicali trasformazioni ottocentesche seguite alla cessione dello storico immobile ai privati, da parte della Basilica di San Nicola di Bari (che aveva ricevuto in dono il castello nel 1306 da Carlo II d’Angiò), sono rimasti ben riconoscibili il cortile e soprattutto la Torre Normanna, certamente tra le più esemplari torri di guardia edificate in Puglia dai Normanni.

La struttura della Torre

Alta più di 30 metri, di forma quadrangolare rivestita da bugnato in pietra calcarea, termina con un cornicione in tufo ad archetti munito di beccatelli, in parte ricostruito verso la metà del Novecento a seguito di alcuni crolli. Sul lato che si affaccia sul cortile vi è la caditoia che dal terrazzo proteggeva l’ingresso della torre, posto al primo piano: vi si accedeva tramite una porta levatoia con strette scale in pietra di collegamento tra i vari livelli, ricavate nello spessore del muro perimetrale. Sui quattro lati si aprono poche feritoie e piccole finestre, al cui interno corrispondono panche in pietra. 

Gli affreschi all’interno della torre

In una sala della torre, forse un tempo adibita a luogo di culto del castello, si conservano affreschi a soggetto religioso, della seconda metà del ‘400. Oltre alle due rappresentazioni raffiguranti la Pietà, note già da tempo, i restauri del 2004 hanno portato in luce altri frammenti pittorici.

Dall’esame di particolari iconografici, si ritiene possano essere attribuiti alle figure di Sant’Antonio Abate, in ragione della presenza della fiamma di fuoco disegnata sul pavimento, di San Michele, in virtù della raffigurazione di zampe unghiate e di ali da pipistrello che connotano il demonio sconfitto dall’Arcangelo, e di San Cristoforo, per la presenza di piedi immersi in un fiume popolato da pesci (ciò in rapporto alla nota leggenda che vuole San Cristoforo sul bordo di un fiume a traghettare il Bambino Gesù). 

Le raffigurazioni di San Nicola

Tornando nel cortile, in una nicchia posta alla sommità dell’ampia scala che conduce ai piani superiori, si conserva una statua in terracotta della prima metà del XVII secolo, raffigurante San Nicola, patrono della città, riprodotto in abiti orientali e carnagione scura. 
Anche all’esterno del cortile, in Piazza Cesare Battisti, si trova un’altra immagine del Santo Patrono, un bassorilievo lapideo del XV secolo.

Fonti:
– “Rutigliano” di Gianni Capotorto – Adda Editore;
– “La Torre Normanna di Rutigliano racconta mille anni di storia e fede” di Gianni Capotorto – lagazzettadelmezzogiorno.it

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